.

SEGUI LA DIRETTA

YouTube player

.

.

.

.

15° edizione del Salone della Giustizia

 

La prima giornata della 15esima edizione del Salone della Giustizia si è aperta con due faccia a faccia estremamente interessanti. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha avuto un dialogo molto serrato con il direttore del TG1 Gian Marco Chiocci che lo ha incalzato su temi di stretta attualità come migranti, separazione delle carriere, intercettazione e criminalità informatica. Tommaso Cerno, direttore del Tempo, ha discusso di riforme istituzionali con il ministro Maria Elisabetta Casellati, che ha difeso le proposte sul premierato e condiviso il giudizio governativo sui progressi, anche a livello europeo, del nostro Paese.

A metà mattinata, il presidente del Senato Ignazio La Russa è intervenuto per un breve saluto (“Questo Salone è un appuntamento importante, per impegno e unicità”) e un commento sulle elezioni americane (“L’Europa non deve vivere sotto l’ombrello Usa, ma diventare una potenza alleata”). Al successivo convegno “Europa: dialogo tra le Corti di Giustizia” sono intervenuti il presidente della Cassazione Margherita Cassano, il vice presidente della Corte Costituzionale Giulio Prosperetti, il presidente aggiunto della Corte dei Conti Tommaso Miele, il vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto e il presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa. Contrasti e dubbi interpretativi da sanare hanno costituito il leit motiv di una discussione di alto livello, soprattutto per il concorde giudizio sulla necessità che il giudice non si abbandoni a “guerre di religione” che portano inevitabilmente a scelte non equilibrate.

In collegamento da Washington (ore locali 8:45), l’ambasciatrice italiana Maria Angela Zappia ha motivato la vittoria di Trump con i temi molto popolari trattati dal leader repubblicano nella sua campagna elettorale: economia e costo della vita, migrazioni, sicurezza sono risultati elementi vincenti. Mentre alla candidata non è bastato puntare molto sui diritti civili. Per Beniamino Irdi (Atlantico council) era sbagliata la nostra idea di voto di afroamericani, latinos e donne. Claudio Cerasa, direttore del Foglio la vittoria di Trump è “un disastro politico, economico, strategico – a essere ottimisti”. Al contrario Paolo Liguori ha ribadito che “Trump è un presidente legittimo, con cui noi e l’Europa dovremo collaborare”. Quanto alla guerra in Ucraina, “ha già detto che deve finire e finirà. come avvenne il Corea col 38mo parallelo”.

Il convegno “Reati ambientali” ha registrato l’intervento di Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, che ha ribadito l’importanza strategica del mare e la mancanza di senso civico. Moderato da Marco Frittella, direttore comunicazione e relazioni istituzionali RAI-COM, il dibattito è continuato fra Sergio Liardo, vice comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera, Andrea Rispoli, comandante delle Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri, Alessandro Giuliano, direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Claudia Salvestrini, direttore generale PolieCo. Il filo comune del convegno è stato l’importanza della prevenzione e un approccio olistico, da parte di tutti gli attori istituzionali, ai reati ambientali.

Il faccia a faccia tra Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, e Paolo Liguori, direttore di Tgcom24, ha avuto toni ripetutamente scoppiettanti. “L’Anm è nata per difendere l’ordine giudiziario dal potere esecutivo; i magistrati non hanno scudo e la responsabilità civile esiste; il mandato politico-elettorale non significa il conferimento dell’immunità” sono stati i confini che Santalucia ha difeso dagli assalti di Liguori. “Difendo la magistratura come istituzione e non i magistrati che sbagliano”, ha concluso il presidente ANM.

A concludere la prima giornata del Salone è stato il “Face to face” con Carlo Calenda, leader di Azione, intervistato da Alessandra Lemme, giornalista Lapresse. Calenda ha ribadito le sue battaglie su Stellantis e sulla Sanità, dicendosi pronto a votare a favore della separazione delle carriere dei magistrati. “Il governo – ha concluso – non raccolga le provocazioni e la magistratura rimanga nel suo alveo costituzionale”.

 

 

.

.

.

.