28 – 29 – 30 OTTOBRE 2025
TECNOPOLO – Centro Studi Televisivi ROMA
.
.
.
.
15° edizione del Salone della Giustizia
La prima giornata della 15esima edizione del Salone della Giustizia si è aperta con due faccia a faccia estremamente interessanti. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha avuto un dialogo molto serrato con il direttore del TG1 Gian Marco Chiocci che lo ha incalzato su temi di stretta attualità come migranti, separazione delle carriere, intercettazione e criminalità informatica. Tommaso Cerno, direttore del Tempo, ha discusso di riforme istituzionali con il ministro Maria Elisabetta Casellati, che ha difeso le proposte sul premierato e condiviso il giudizio governativo sui progressi, anche a livello europeo, del nostro Paese.
A metà mattinata, il presidente del Senato Ignazio La Russa è intervenuto per un breve saluto (“Questo Salone è un appuntamento importante, per impegno e unicità”) e un commento sulle elezioni americane (“L’Europa non deve vivere sotto l’ombrello Usa, ma diventare una potenza alleata”). Al successivo convegno “Europa: dialogo tra le Corti di Giustizia” sono intervenuti il presidente della Cassazione Margherita Cassano, il vice presidente della Corte Costituzionale Giulio Prosperetti, il presidente aggiunto della Corte dei Conti Tommaso Miele, il vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto e il presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa. Contrasti e dubbi interpretativi da sanare hanno costituito il leit motiv di una discussione di alto livello, soprattutto per il concorde giudizio sulla necessità che il giudice non si abbandoni a “guerre di religione” che portano inevitabilmente a scelte non equilibrate.
La bancarotta di oggi “non è più quella di 60 anni fa. Dopo tante crisi economiche, occorre creare le condizioni affinché l’imprenditore possa ‘risorgere’ senza subire effetti penalistici”. È la sintesi di Vincenzo Vitalone, consigliere giuridico a Palazzo Chigi, nel corso del convegno “Bancarotta: quanto fraudolenta”. Il dibattito, moderato da Giovanni Maria Jacobazzi, giornalista de Il Dubbio, ha registrato la necessità condivisa di una riforma del reato di bancarotta fraudolenta. Per Carlo Villani, magistrato della Procura di Roma, i pm affrontano processi per bancarotta valutando “fatti molto lontani nel tempo” sulla base delle relazioni dei liquidatori giudiziari. Come strumento di contrasto a questo reato, Villani si è dichiarato favorevole al sequestro del patrimonio dell’imprenditore (specialmente quando vengono fatti “giochi” con le società e con i prestanome). Quest’ultima ipotesi ha incontrato l’opposizione di Marco Franco, avvocato penalista, che ha anche criticato l’indeterminatezza con cui è configurato questo reato e la mancata riforma sul versante penale “per preservare gli orientamenti giurisprudenziali consolidati” in questi anni. Anche Cesare Placanica, responsabile Osservatorio ‘Giusto Processo’ dell’UCPI, si è espresso contro il sequestro. Inoltre ha contestato la facilità con cui scattano le aggravanti, le quali comportano il carcere anche per gli incensurati. Infine, Placanica ha evidenziato la necessità di un meccanismo di riparazione del danno.
In collegamento da Washington (ore locali 8:45), l’ambasciatrice italiana Maria Angela Zappia ha motivato la vittoria di Trump con i temi molto popolari trattati dal leader repubblicano nella sua campagna elettorale: economia e costo della vita, migrazioni, sicurezza sono risultati elementi vincenti. Mentre alla candidata non è bastato puntare molto sui diritti civili. Per Beniamino Irdi (Atlantico council) era sbagliata la nostra idea di voto di afroamericani, latinos e donne. Claudio Cerasa, direttore del Foglio la vittoria di Trump è “un disastro politico, economico, strategico – a essere ottimisti”. Al contrario Paolo Liguori ha ribadito che “Trump è un presidente legittimo, con cui noi e l’Europa dovremo collaborare”. Quanto alla guerra in Ucraina, “ha già detto che deve finire e finirà. come avvenne il Corea col 38mo parallelo”.
Il convegno “Reati ambientali” ha registrato l’intervento di Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, che ha ribadito l’importanza strategica del mare e la mancanza di senso civico. Moderato da Marco Frittella, direttore comunicazione e relazioni istituzionali RAI-COM, il dibattito è continuato fra Sergio Liardo, vice comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera, Andrea Rispoli, comandante delle Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri, Alessandro Giuliano, direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Claudia Salvestrini, direttore generale PolieCo. Il filo comune del convegno è stato l’importanza della prevenzione e un approccio olistico, da parte di tutti gli attori istituzionali, ai reati ambientali.
Il faccia a faccia tra Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, e Paolo Liguori, direttore di Tgcom24, ha avuto toni ripetutamente scoppiettanti. “L’Anm è nata per difendere l’ordine giudiziario dal potere esecutivo; i magistrati non hanno scudo e la responsabilità civile esiste; il mandato politico-elettorale non significa il conferimento dell’immunità” sono stati i confini che Santalucia ha difeso dagli assalti di Liguori. “Difendo la magistratura come istituzione e non i magistrati che sbagliano”, ha concluso il presidente ANM.
A concludere la prima giornata del Salone è stato il “Face to face” con Carlo Calenda, leader di Azione, intervistato da Alessandra Lemme, giornalista Lapresse. Calenda ha ribadito le sue battaglie su Stellantis e sulla Sanità, dicendosi pronto a votare a favore della separazione delle carriere dei magistrati. “Il governo – ha concluso – non raccolga le provocazioni e la magistratura rimanga nel suo alveo costituzionale”.
La seconda giornata della 15esima edizione del Salone della Giustizia si è aperta sul conflitto israelo-palestinese. Intervistata da Stefano Piazza, cronista di Panorama e La Verità, la scrittrice e giornalista Fiamma Nirenstein in collegamento da Gerusalemme ha ricordato che il nucleare iraniano è la maggiore minaccia, che Israele è rassicurato dall’elezione di Donald Trump e che ad Hamas non interessa nulla dei diritti umani. Nirenstein ha anche omaggiato Oriana Fallaci: “Da lei un grande messaggio di libertà e democrazia”. A metà mattina c’è stato il convegno “Intelligenza artificiale e cyber sicurezza”. A discutere, moderati da Stefano Polli, vice direttore Ansa, sono stati Giovanni Donzelli, vice presidente Copasir, Nunzia Ciardi, vice direttore Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Alessandra Guidi, vice direttore del DIS e Pierluigi Carbone, direttore sicurezza informatica Gruppo Engineering. Il minimo comune denominatore di tutti gli interventi è stato l’importanza presente e futura dell’intelligenza artificiale. Chi non la usa, rimane indietro anche perché l’IA ha anche un ruolo di difesa dei sistemi digitali nazionali. Se per Donzelli i dati sono “il nuovo petrolio”, per Ciardi la forza dell’IA è la grande capacità computazionale. Secondo Guidi, questa nuova situazione potrebbe rendere possibile un’agenzia di intelligence europea condivisa. In questo senso, Carbone ha parlato di cyber security come investimento strategico, non un costo.
Luigi Di Maio è stato il protagonista del secondo faccia a faccia. L’inviato speciale Ue nel Golfo Persico, ha messo in chiaro le strategie, i canali di cooperazione e i settori in cui si sta lavorando per rendere più efficienti le partnership avviate. Fra le criticità da risolvere ha elencato il terrorismo nel Mar Rosso (“Abbiamo scortato oltre 250 navi, anche con l’aiuto dei sauditi”, ha precisato) e i rapporti apertamente in crisi con l’Iran: a suo giudizio, Trump troverà la porta chiusa nei rapporti con l’Iran, “già super sanzionato”. Infine, un accenno al mondo del calcio: per i paesi del Golfo, ha detto, “un altro grande volano, pure a livello diplomatico”.
L’Italia è “ancora indietro sul sistema dei trasporti” ma “le tecnologie sono in grado di risolvere i problemi. Bisogna fare un salto: alcuni paesi che 25 anni fa ci inseguivano, adesso sono avanti a noi”. Lorenzo Basso, vice presidente Commissione Ambiente e Infrastrutture al Senato, è stato netto nel suo intervento al convegno “La città del futuro, tutela e sicurezza per il cittadino”. Moderato da Stefano Piazza, giornalista di Panorama e La Verità, il convegno ha fatto il punto sulle smart city. Secondo Andrea De Priamo, membro della Commissione Ambiente e Infrastrutture al Senato, è fondamentale la formazione perché porta alla “consapevolezza di tutti gli attori”, inclusi “i cittadini che devono essere consapevoli delle opportunità digitali e reclamarle quando non vengono offerte”. Da parte sua Roberto Massucci, Questore di Roma, ha ricordato il ruolo della tecnologia per “moltiplicare le capacità delle forze di polizia”. La Questura di Roma, ha spiegato, sta digitalizzando l’archivio, “composto da 24 km di fascicoli”, senza rinunciare al fattore umano. Rocco Panetta, giurista, esperto in Diritto della Privacy, si è concentrato sulla privacy come “leggi che si occupano della protezione e dell’uso dei dati”. La sfida oggi è “la digitalizzazione con una tecnologia integrata di intelligenza artificiale”. Matteo Gattola, AD Envision, ha evidenziato da parte sua la necessità di interventi infrastrutturali anche usando installazioni esistenti, tipo i pali della luce, per ridurre l’invasività. I sensori e l’analisi dei loro dati, ha concluso, possono “mettere in campo azioni di miglioramento”.
Federico Cafiero De Raho, deputato Cinque Stelle, per dieci anni procuratore nazionale antimafia, ha affrontato nel faccia a faccia con Cristina Prezioso, vice direttore RAI News, un po’ tutte le problematiche del settore: la capacità della mafia di allargare i tentacoli a livelli transnazionali con l’utilizzo di server lontani, persone e società pulite; la necessità di regole europee per il contrasto; la separazione delle carriere e l’abuso d’ufficio (“A volte costituiva per gli amministratori un argine alle intimidazioni”, ha sostenuto. “Abolirlo è stato un errore”).
“Lavoro, lavoro, lavoro” è stato il titolo del convegno nel quale si sono confrontati Maria Teresa Bellucci, vice ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giovanni Russo, capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, Annamaria Furlan, senatrice PD, già segretaria generale CISL e Bernardo Mattarella, AD Invitalia. Il moderatore è stato Alessandro Galimberti, giornalista del Sole 24 Ore. Bellucci ha rivendicato, oltre alle azioni di governo (fra cui l’aumento di assunzioni degli ispettori del lavoro), il fatto che si sia puntato sul lavoro, non sui sussidi. Inoltre il vice ministro ha ricordato che esiste anche un problema di competenze. Problema che, ha aggiunto Russo, si verifica anche fra i detenuti avviati al lavoro (portati in un anno al 33%, con il risultato positivo del 50% di donne impiegate). I quali, di riflesso, presentano un tasso di recidiva bassissimo, cioè il 2,8%. Da parte sua, Furlan si è concentrata sui rischi dei dazi americani sulle imprese, auspicando politiche industriali e di tutela delle imprese e del lavoro, altrimenti ci sarà un’altra crisi in Europa. “Il lavoro – ha sottolineato – non può creare condizioni di povertà”. Quanto a Mattarella, ha ricordato l’impegno di Invitalia: “Nel 2023 – ha spiegato – abbiamo assistito oltre 64 mila imprese, il 40% delle quali condotte da donne”. Infine Mattarella ha annunciato che il progetto “Resto al Sud” avrà una seconda edizione in concomitanza con un analogo programma dedicato al Nord Italia.
Quanto incide la giustizia sulla stabilità politica e lo sviluppo economico? Il ministro Adolfo Urso ha posto in risalto come – tra i grandi paesi del G7 – l’Italia sia oggi “l’unico a garantire stabilità e affidabilità”. Poi, ha posto sul tavolo del dibattito il collasso dell’industria automobilistica in Europa: “Dal primo gennaio il settore rischia multe fino a 17 miliardi di euro se non riesce a rispettare un equilibrio nella produzione tra auto con motore endotermico e auto con motore elettrico. Da noi Stellantis cosa sta facendo? Da un lato, importa auto cinesi e le omologa; dall’altro, chiude gli stabilimenti che producevano auto tradizionali per rientrare nel rapporto imposto dalla Ue. Davvero assurdo. Occorre intervenire a livello europeo per limitare quello che si preannuncia come un collasso sanguinoso per questo settore industriale”. Il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Alberto Balboni, si è complimentato per i successi del Made in Italy e il relativo export (Siamo i quarti al mondo”); ma ha ricordato i problemi causati dal superbonus, definendolo “Una palla al piede da 120 miliardi che incide sull’intera crescita economica”. Maria Bianca Farina, presidente ANIA, ha ricordato tra l’altro che servirebbe “una partnership assicurativa pubblico-privato per mitigare i guasti provocati alle imprese da eventi naturali”. Il vice presidente Confindustria Marco Nocivelli ha suggerito di “rivedere le aliquote fiscali per chi investe, mantenendola in azienda, una parte degli utili”.
Il seguente “Face to face” ha riguardato Francesco Boccia, capogruppo PD al Senato, intervistato da Roberto Vicaretti, giornalista di Rai News 24. Boccia è stato tranchant: “Non si confonda il governare con il comandare. Questa continua insofferenza a regole della magistratura è preoccupante”. Per il capogruppo del PD, è “importante non confondere garantismo con indulgenza per gli amici”. Secondo Boccia, “l’obiettivo è porre la magistratura sotto il controllo della politica”. Quanto al premierato, “con il modello Meloni il parlamento sarà scelto e sciolto dal governo”. Quanto all’ultima polemica riguardante il vice presidente del Csm Pinelli, per Boccia “avrebbe potuto informare il plenum prima” dell’incontro con la premier.
Il faccia a faccia di Matteo Renzi con Ilaria Capitani (Rai Tre) ha chiuso la seconda lunga giornata del Salone. Il leader di Italia viva ha definito “una follia spendere quasi un miliardo per 800 migranti da sistemare in Albania”; si è detto d’accordo con la separazione delle carriere in magistratura; ha ricordato che in Liguria il candidato Orlando ha perso perché Conte non lo ha voluto nella coalizione (“e con i miei voti la sinistra avrebbe vinto…”); e che in USA le elezioni “non si vincono con le ideologie, ma con gli stipendi”.
“Insieme alla Polonia, l’Italia ha oggi il governo più stabile in Europa. Questo significa avere un ruolo decisivo nella difesa comune e nella competizione per l’innovazione tecnologica”. Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli Affari economici e monetari, ha aperto la terza e ultima giornata del 15esimo Salone della Giustizia rispondendo alle domande di Luigi Contu, direttore dell’Ansa. “L’Europa ci dà un privilegio di libertà, democrazia e valida economia. In ordine sparso non andremmo lontani. Ma la complessità del meccanismo dei voti e l’obbligo dell’unanimità (basta il veto di un paese per bloccare 27 stati) sono problemi da affrontare”, ha detto, “altrimenti dovremo andare verso un’Europa a due velocità”. Gentiloni ha riconosciuto che abbiamo con gli USA “interessi condivisi sui grandi valori”, ma ora la politica di Trump avrà riflessi pesanti su dazi e tariffe. Occorrono quindi “difesa e industria comune europea. Ma vanno realizzate adesso o mai più”. Ultimo sguardo in casa nostra: “Le opposizioni non devono solo unirsi, ma garantire iniziative per una maggiore protezione sociale. Lavoro, inflazione e sicurezza hanno penalizzato tutti i governi, ma leviamoci dalla testa che le cose si risolvono con un uomo forte al potere”.
Il primo convegno “Stupro, arma di guerra” ha visto poi confrontarsi Wanda Ferro, sottosegretario all’Interno, Elena Grech, capo rappresentanza della Commissione Europea in Italia, Susanna Campione, Commissione Giustizia al Senato, Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e Stefania Battistini, giornalista Rai inviata del TG1. Moderato da Monica Coggi, giornalista TGCOM 24, il dibattito è partito sul ddl (illustrato da Campione) per dichiarare lo stupro reato universale e sul fatto che questo tipo di violenza, come sintetizzato da Battistini, sia “il primo tassello per annullare l’identità”. Ferro, da parte sua, ha sottolineato che “non c’è peggior colpevole dell’indifferenza”. Quanto a Mons. Paglia, ha ricordato che “la guerra è la madre di tutte le violenze e di tutte le povertà” e che occorre “ripristinare una cultura che passi dall’io al noi”. Grech ha evidenziato lo sforzo europeo, sia per la parità di genere (“l’educazione fa parte della prevenzione”) che per la lotta alle violenze. “L’Ue – ha spiegato – ha inserito lo stupro in guerra nel registro dei reati internazionali”. In questo senso, ha aggiunto Campione, “la violenza sulle donne è usata come tattica bellica”. Proprio la necessità di raccontare gli stupri andando sul campo è stata ribadita da Battistini. Poi è intervenuto anche il direttore di Rainews24, Paolo Petrecca, che ha rimarcato l’impegno della Rai per coprire mediaticamente tutti i conflitti.
Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia, ha subito voluto definire – nel faccia a faccia con Giulia Merlo, giornalista del Domani – “un problema di riequilibrio” l’attuale contrasto con la magistratura. Quanto alla separazione delle carriere, lo scopo è “rendere i giudici liberi dalla degenerazione delle correnti”. Sui problemi penitenziari, “svuota-carceri e clemenze non risolvono, servono lavoro e formazione”. I detenuti sono 62 mila, ma bisogna sommarli ai 130 mila che scontano fuori la loro pena. La violenza giovanile – che deriva da bullismo, aggressività e aggregazioni criminali – “si cura con la cultura, la scuola, lo sport come abbiamo fatto a Caivano”.
Il nostro export rappresenta con 650 miliardi l’anno, il 40 per cento del Pil. “Puntiamo a incrementarlo a 700”, ha dichiarato Marco Rago, consigliere giuridico del ministero Affari Esteri, aprendo il dibattito su “Avvocati e globalizzazione: strategie per una crescita internazionale”. Per Laura Tassinari, responsabile Internazionalizzazione Lazio Innova, il 98 per cento proviene dalle piccole e medie imprese e soprattutto le start up innovative hanno necessità della collaborazione dei pool di professionisti. Giuseppe Lepore dello studio Pilc ha messo in risalto come le amministrazioni siano molto più avanti rispetto alle imprese, “che non hanno tecnologie o competenze rispetto al ventaglio delle possibilità esistenti”. Andrea Fioretti ha spiegato come i grandi studi legali si siano specializzati per andare incontro alle esigenze di consulenza e assistenza a 360 gradi.
Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, è stato protagonista del primo “Face to face” del pomeriggio. Intervistato da Giovanna Pancheri, giornalista Sky TG24, Delmastro ha difeso la linea del governo sull’immigrazione e sul modello Albania (“ci viene invidiato in Europa”), che tuttavia è osteggiato da “un segmento di magistrati”. La legge, ha aggiunto, “non deve avere l’avallo di Magistratura democratica”, ai giudici spetta solo “applicare la legge”. Per il sottosegretario, “la lista dei paesi sicuri la decidono gli Stati” a cui tocca combattere gli scafisti che “sono gli schiavisti del XXI secolo” e il “malaffare dietro il decreto flussi”. Quanto alle riforme, Delmastro ha detto di non capire le critiche sulla separazione delle carriere così come ha derubricato a “polverone inimmaginabile” le polemiche sull’incontro fra il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli e la premier Giorgia Meloni. “I poteri – ha ricordato – dialogano nell’interesse della cittadinanza”.
Sollecitata da Alessandro Galimberti del Sole 24 ore, Paola Severino, presidente della Scuola nazionale dell’Amministrazione SNA ed ex ministro della Giustizia, ha potuto esporre il proprio punto di vista sui problemi dei detenuti e l’insegnamento di una professione durante la detenzione, sulla formazione dei nuovi quadri della Pubblica amministrazione, sulla cyber security (“Quattro società americane custodiscono tutti i nostri segreti digitali: possiamo fidarci?” si è chiesta) e su chi debba garantire il rispetto del segreto d’ufficio (“Ovviamente tutti i magistrati; ma anche gli avvocati dovrebbero rispettare il principio del loro segreto professionale”, ha spiegato).
“La pedonalizzazione aiuta la gestione della sicurezza” durante il Giubileo, anche in virtù del fatto che “la quasi totalità delle manifestazioni sarà su San Pietro”. Lamberto Giannini, prefetto di Roma, ha spiegato così alcune delle misure di viabilità in funzione della sicurezza (“verranno fatti – ha annunciato – anche accertamenti nelle fogne e nei tombini”) nel corso del convegno intitolato “Giubileo”. A discutere, con la moderazione di Alessandro Galimberti, giornalista del Sole 24 ore, sono stati anche Alessandro Malizia, responsabile struttura Giubileo ANAS – Gruppo Fs, Valentina Lener, direttore generale Aeroporti 2030 ed Elisabetta Maggini, relazioni istituzionali Società Italiana per le Condotte d’Acqua 1880. Sempre Giannini ha espresso l’auspicio che “i fatti del Medio Oriente non abbiano gravi ripercussioni a Roma”. Gli altri interventi hanno affrontato il tema delle infrastrutture. Malizia ha ricordato gli interventi di Anas, fra cui il risanamento di Ponte dell’Industria e uno spazio pedonale tra Castel Sant’Angelo e via della Conciliazione. Lener ha evidenziato che già nel 2024 si è registrato un aumento del 15% degli arrivi negli aeroporti italiani rispetto all’anno precedente. Maggini ha illustrato la nuova metro D: posa prima pietra nel 2026, costo di 15 mld euro e sarà pronta nel 2041. Infine, c’è stato un videomessaggio di Vincenzo Nunziata, presidente Aeroporti di Roma, che ha rivendicato il fatto che dal 2018 Fiumicino è il primo aeroporto d’Europa.
L’ultimo faccia a faccia con Tommaso Foti, capogruppo FDI alla Camera, ha concluso la terza giornata del Salone. “Non potrà esserci nessuna sudditanza dei Pm al potere politico con la separazione delle carriere”, ha detto, “perché la ratio è chiara: chi fa le inchieste non deve poi giudicare le proprie indagini”. Foti ha fissato per la metà del ‘26 il varo delle riforme, che di sicuro verranno poi assoggettate, come la legge sul premierato, a referendum.
.
.
.
.